L'Istituto Comprensivo SANT’ELIA-COMMENDA di Brindisi è costituito da nove plessi: cinque dislocati sul quartiere Sant'Elia e quattro sul quartiere Commenda. Vi sono 4 plessi di Scuola dell'Infanzia, 3 di Scuola Primaria e due di Scuola Secondaria di I grado, tutti facilmente raggiungibili poiché il quartiere è ben servito dai mezzi pubblici .
I plessi dell'Istituto sono caratterizzati dalla presenza di ampi spazi, aule, giardini, palestre trasformabili in laboratori didattici.
Grazie ai fondi stanziati per garantire gli apprendimenti a distanza e ai FESR, la scuola si è dotata di diversi strumenti didattici: LIM, computer, laboratorio scientifico, laboratorio informatico, biblioteche, palestre, sala mensa, laboratorio di psicomotricità, laboratori musicali, laboratorio artistico-manipolativo, rete WIFI, sistemi informatici aggiornati.
Grazie alle collaborazioni esterne, la scuola mette a disposizione del territorio spazi e attrezzature. Nel triennio 2019-2022, l'Istituto, partecipando a diversi bandi statali e regionali, ha implementato le dotazioni tecnologiche e i laboratori artistici e musicali.
Sant’Elia conta circa 20.000 abitanti. È un quartiere localizzato nell’estrema periferia della città di Brindisi in cui si rilevano tutte le problematiche tipiche delle periferie urbane, dislocate urbanisticamente e socialmente lontano rispetto al centro della città.
Il quartiere è in continua espansione con costruzioni prevalentemente popolari; tuttavia, emerge una carenza di specifici centri ricreativi per i ragazzi.
Stessa situazione presenta il rione Sant'Angelo, sviluppatosi alla fine degli anni '50, compreso tra i rioni Commenda e Sant'Elia. Le costruzioni sono di tipo prevalentemente popolare. Anche in questo quartiere vi è carenza di strutture ricreative e i bambini trascorrono gran parte del tempo per la strada, esposti ai pericoli o nel campetto di calcio attiguo alla parrocchia.
Il territorio presenta, dunque, una realtà sociale eterogenea e complessa connotata da un lato da ragazzi motivati allo studio e supportati da famiglie rispettose e collaborative nei confronti dell’istituzione scolastica, dall’altra da un’utenza scolastica problematica sotto l’aspetto comportamentale e culturale, le cui famiglie deprivate socialmente non sempre individuano nella scuola un’occasione di promozione e un punto di riferimento aggregante delle energie positive.
L’attenzione alle esigenze degli utenti dell’Istituto Comprensivo e l’analisi delle loro necessità rappresentano l’elemento direzionale di progettazione del P.T.O.F. e consentono di garantire un efficiente controllo dei processi e un’efficace gestione degli obiettivi da perseguire.
Il quartiere Sant’Elia fa perno, urbanisticamente, socialmente e comunitariamente, intorno a due importanti riferimenti, uno di tipo urbanistico, l’altro di tipo socio-culturale:
- il Parco Buscicchio, punto centrale urbanisticamente e socialmente dell’intero quartiere con all’interno spazi verdi e luoghi di aggregazione sportiva;
- l’Istituto Comprensivo “Sant’Elia-Commenda”, punto centrale nella vita culturale e sociale del quartiere.
Nella convinzione che finalità dell'azione didattico- educativa sia la formazione di un soggetto attivo, artefice del proprio sviluppo, in grado di modificare il proprio stile di vita, e per poter agire in modo proficuo sul territorio, la Scuola, nel 2014, si è fatta promotrice di un patto sociale per lo sviluppo integrato, creando una rete, denominata "Qualamano", con i seguenti soggetti: le famiglie; l’amministrazione comunale; le associazioni sportive; le parrocchie e il vasto e variegato mondo del volontariato.
La rete assolveva ad una specifica funzione aggregativa, sviluppando i livelli di socializzazione e di integrazione, promuovendo la qualità dei rapporti e della convivenza, sopperendo, dove possibile, alle ridotte opportunità che una realtà di tipo decentrato è in grado di offrire.
In data 1/02/2020, nel quartiere Sant’Elia, si è formalmente costituita la Cooperativa Legami di Comunità, della quale la scuola è socio fondatore, con l’ obiettivo di coinvolgere l’intera comunità in un processo educativo basato sulla corresponsabilità, sulla costruzione di alleanze con le famiglie e con il territorio, risultato di un progetto chiaro, trasparente e condiviso e non frutto di rapporti legati ai momenti più critici o dettati dall’emergenza.
Antonio Sant'Elia (Como 1888 - Monfalcone 1916) fu un architetto e volontario italiano durante la Grande Guerra. Appassionato di disegno e architettura sin da ragazzo, si diplomò nel 1906 alla scuola milanese di "Belle Arti e Mestieri" ed iniziò a lavorare nella città lombarda per la gestione del Canale Villoresi. Tre anni più tardi, dopo aver presentato diversi progetti, decise di iscriversi all'Accademia di Brera, abbandonandola però l'anno successivo.
Nel frattempo Sant'Elia iniziò a frequentare diversi circoli e caffè culturali di Milano, entrando in contatto con i maggiori rappresentanti del futurismo. Conobbe Fontana, Carlo Carrà e soprattutto lo scultore Umberto Boccioni. Iniziò quindi ad elaborare un proprio progetto di trasformazione degli stili architettonici in modo da privilegiare la funzionalità alla bellezza. Tre anni più tardi le sue idee videro la luce nella famosa "Città Nuova", una serie di tavole per la creazione di un centro urbano moderno comprendente stazione dei treni, un aeroporto e una centrale elettrica. Nel luglio 1914, influenzato dal "Manifesto Futurista" scritto da Marinetti nel 1909, pubblicò il "Manifesto dell'Architettura Futurista".
L'architetto comasco si impose come una figura di riferimento per questo movimento. L'anno successivo, assieme agli stessi Marinetti e Boccioni, scelse di arruolarsi come volontario il giorno in cui l'Italia entrò in guerra contro l'Austria-Ungheria. Inizialmente fece parte di una squadra di ciclisti e poi, nell'inverno del 1916, della Brigata Arezzo sul fronte vicentino. Qui, in luglio, ottenne una prima medaglia d'argento dopo un attacco condotto nella zona del Monte Zebio.
Alcune settimane dopo venne trasferito sul fronte carsico. Impegnato nella creazione di un cimitero per i caduti italiani nei pressi della Quota 85 a Monfalcone, il 10 ottobre 1916 guidò un assalto ad una trincea nemica proprio nei pressi di questa quota. Durante l'azione, venne colpito mortalmente alla testa e il suo corpo, dopo essere stato sepolto sul Carso isontino, venne traslato a Como nel 1921.